La chiave del successo

La chiave del successo

Ho costruito la mia attività, lavoro sodo tutti i giorni e mi impegno al massimo. Ho costruito il mio sito web, ho iscritto la mia attività su facebook, instagram, youtube e ho coinvolto amici e parenti ma ancora le cose non funzionano.

 

Quando le cose non funzionano è facile sentirsi travolti dall’insuccesso e dell’insicurezza. Mille dubbi assaltano la mente e offuscano la nostra reale capacità di giudizio, obiettiva e funzionale, creando un alone di mistero e gettando l’ombra del fallimento dietro tutti i nostri sforzi che abbiamo profusamente elargito nella nostra “amata” attività. Questo è il momento esatto in cui il nostro lavoro diventa, giorno dopo giorno, una vera e propria prigione dalla quale, con il passare del tempo, non vediamo via di fuga.

Entriamo in stress psicologico e la mente comincia a cercare un “colpevole”. Qualcuno che sia idoneo a rispondere alle nostre aspettative di insuccesso. Un capro espiatorio. Lo troviamo sempre: un dipendente scontento, un fornitore che non rispetta le tempistiche o, il mio preferito, i clienti che non percepiscono il valore del nostro lavoro.

 

Queste parole risuonano in te in qualche modo? In tal caso ti consiglio di metterti comodo perchè stiamo per cominciare un viaggio incerto, potenzialmente destabilizzante e confusionario che ti porterà verso l’abisso che ha creato la situazione in cui ti trovi e la cui uscita sembra essere incerta e oscura.

Non preoccuparti ora se provi un senso di malessere, è normale ed ha un suo preciso scopo. Più leggerai e più comprenderai il potere della tua coscienza che sta operando a livello professionale.

COME TUTTO EBBE INIZIO

Ricordo il giorno in cui aprii la mia prima attività in proprio. Ero gasatissimo e sicuro che tutto sarebbe andato meravigliosamente. Dopo diversi anni di studio e lavoro come dipendente sentivo che ero davvero pronto a cominciare una nuova vita e volevo lasciarmi alle spalle tutti i meccanismi che mi avevano intrappolato sino a quel momento.

Mi sono rivolto ad un commercialista per avviare la mia prima di attività di sviluppo web e mi sono sottoposto alla tortura del tecnicismo burocratico, al calcolo delle tasse,  il rispetto delle scadenze, la scelta della migliore partita iva e cominciavo a sentire che qualcosa non stava funzionando. 

Ricordo che uscii dallo studio del mio commercialista con un senso immutato di entusiasmo ma un’ombra si era insinuata nella mia mente. Un’ombra oscura e sottile che al tempo non riuscivo identificare con chiarezza e che oggi so essere la “paura del fallimento”. Ignorai i dubbi classificandoli come una “paura normale” per chi si mette a rischi nell’autonomia e decisi di continuare per il mio percorso fiero ed entusiasta della mia scelta. 

Non avevo idea di quali eventi avrei scatenato e come questi eventi avrebbero cambiato radicalmente, e per sempre, la mia vita.

IL LAVORO DIPENDENTE

Volevo in cuor mio liberarmi completamente dei meccanismi opprimenti e riduttivi del lavoro dipendente in una grande società. Non volevo più sentir parlare male i colleghi del “nuovo arrivato”, di quanto fosse ingiusto il meccanismo delle promozioni o di quanto il capo fosse iniquo con taluni e permissivo e disponibile con altri. 

Tuttavia, mio malgrado, l’ombra del fallimento era presente in me e non avevo idea di quale oscuro passeggero stessi trasportando nella mia attività. Il socio occulto che prende le decisioni importanti e che fa di tutto per non palesarsi ai nostri occhi. 

Decisi quindi che il licenziamento poteva aspettare e che avrei dato le dimissioni non appena il mio business fosse decollato. Avevo appena firmato la mia condanna a morte professionale.

LA PAURA DEL SUCCESSO

Non ti racconterò quali eventi innescò questa piccola e apparentemente sensata decisione ma ti basti sapere che mi portò alla rovina e, dopo anni, decisi di chiudere la mia attività di professionista per rimanere nella mia figura professionale di dipendente.

Le ombre che si erano instillate in me non erano la proiezione di una paura di fallimento, questo l’ho capito solo a distanza di anni e attraverso un processo trasformativo molto intenso, ma la paura principe che mi condusse a confermare la mia supposta incapacità era proprio la paura del successo.

 

La paura del successo è legata alla necessità di una nostra maschera interiore di trovare conferma:

“Non sono capace e non me lo merito”

DEPROGRAMMARE LA PAURA

Più facile a dirsi che da applicare? Non credo proprio. 

Ciò di cui hai bisogno è un viaggio introspettivo che sia in grado di farti vedere il personaggio che ti sta dominando in questa fase della tua vita con sincerità e trasparenza. 

La presa di coscienza della tua attuale situazione ti permetterà di avviare un meccanismo di trasformazione e di esprimere il tuo potenziale celato dietro a manipolazioni mentali indotte da avvenimenti che hanno creato dei meccanismi di difesa. Questi meccanismi di difesa hanno la funzione di difendere il nostro io più profondo da situazioni particolarmente spiacevoli e stressanti e, specie quando sono molto efficaci, possono prendere il controllo della nostra vita applicando il meccanismo di protezione dove non è necessario e avviando quindi dei processi di stress e condizionamenti che ci portano inevitabilmente all’origine del problema. 

ACCETTARE AIUTO

La mia vicenda personale, che ti ho raccontato poche righe più sù, dovrebbe averti fatto comprendere con chiarezza come siano delle piccole decisioni che innescano le “grandi trasformazioni” e come esse rappresentino la bussola che ti sta guidando nel tuo viaggio. 

Se riesci a riconoscerti in uno o più aspetti della tua vita professionale allora è arrivato il momento di accettare l’aiuto che profondamente stai cercando.

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